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Di nuovo alle Sezioni unite la questione della computabilità a fini cautelari del concorso omogeneo di circostanze ad effetto speciale

Barbara Lavarini

Archivio Penale pp. 1012-1019
DOI 10.12871/978886741480227 | © Pisa University Press 2016
Pubblicato: 12 December 2014


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Riassunto

Il commento ruota attorno ad una questione più volte approdata all’attenzione delle Sezioni unite della Cassazione e che per l’ennesima volta le viene affidato dalla seconda Sezione. Secondo l’Autrice il quesito «se ai fini della determinazione della pena agli effetti dell’applicazione delle misure cautelari e, di conseguenza, dei relativi termini di durata, si debba tenere conto – ai sensi dell’art. 63, co. 4, c.p. – in caso di concorso di più circostanze aggravanti ad effetto speciale, non solo della pena stabilita per la circostanza più grave ma anche dell’aumento complessivo di un terzo per tutte le altre circostanze globalmente considerate», avrebbe potuto essere risolto senza ricorrere all’intervento della Massima Composizione. Oltreché per la presenza di orientamenti giurisprudenziali più sensibili, si ritiene che le recenti novelle intervenute a seguito del sovraffollamento carcerario punito dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo avessero già costituito il parametro per valorizzare il principio di proporzionalità e assoluta “residualità” dell’intervento cautelare.


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