IL “SILENZIO” DEL RISCHIO, LA “LOQUACITÀ” DEL FINE


Per una ricostruzionefinalistico-volontaristica del dolo eventuale

Giandomenico Salcuni

Collana: «I Libri» di Archivio Penale
Num in collana: 13
Editore: Pisa University Press
ISBN: 978-88-3318-0052
Lingua: it
Anno: 2018
Pagine: 400
€ 32.00

Abstract

Il volume, premessa un’analisi sull’esistenza e sull’opportunità della previsione del dolo eventuale, si pone l’obbiettivo di conferire al dolo eventuale una definizione rispettosa del principio di determinatezza. Il punto di partenza è ricercare le basi normative del dolo eventuale, da rinvenire non soltanto nell’articolo 43 del c.p., norma incompleta da questo punto di vista, ma in combinato disposto con alcune disposizioni della Parte generale e Speciale che tipizzerebbero tale forma di dolo. Da questa analisi si ricava una definizione di dolo eventuale incentrata su di una visione finalistica che nega la sussistenza dello stesso ogni qualvolta l’evento collaterale frustra il fine che spinge il soggetto attivo del reato ad agire. In questa prospettiva il dolo eventuale include sia il requisito della volontà, che quello dell’intenzionalità, entrambi previsti dall’art. 43 c.p. La fi gura di dolo che ne esce è simile a quella propria della psicologia del senso comune che, al momento, risulta ancora la più confacente alla prova degli stati soggettivi nel processo penale. Una lettura così selettiva del dolo eventuale che rende l’istituto compatibile col principio di determinatezza, lascia sussistere potenziali contrasti fra questa forma di dolo ed il principio di colpevolezza commisurativa, di modo che si propone, in chiave de jure condendo, l’introduzione di una attenuante ad hoc per colui che agisce rischiando


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