L’autoresponsabilità della vittima: quali spazi applicativi in materia di attività sportiva ad alto rischio?
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Ricevuto: 25 March 2020
| Accettato: 06 April 2020
| Pubblicato: 09 April 2020
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Riassunto
Il contributo tratta dell’autoresponsabilità della vittima e del ruolo che ad essa può essere riconosciuto, nell’ambito del diritto penale italiano, al fine di limitare o escludere la responsabilità penale dell’autore di un fatto di reato. L’argomento è rilevante in primo luogo in relazione a ipotesi in cui l’offesa del bene giuridico sia riconducibile a una situazione di interazione tra autore e vittima, qual tipicamente è, tra le altre, quella della pratica di attività sportive ad alto rischio. Mentre in Germania e in Austria all’autoresponsabilità della vittima viene riconosciuta una concreta operatività con effetti liberatori per l’autore, la dottrina e la giurisprudenza italiana trattano tuttora l’argomento con una certa prudenza. Particolarmente interessante risulta pertanto una rassegna della rilevante giurisprudenza di merito, la quale rivela come, in sede di determinazione di un’eventuale responsabilità penale in capo a un terzo, anche garante, all’agire autoresponsabile della vittima venga concessa un’attenzione molto più accentuata di quanto finora ritenuto. Pare che in situazioni in cui fin dall’origine fosse impossibile escludere un rischio anche residuale di un evento pregiudizievole, vi sia maggiore propensione a voler accollare l’avverarsi di quest’ultimo alla vittima e non al terzo eventuale garante, in considerazione del fatto che è stata la vittima stessa, nella consapevolezza del rischio residuale, a esporsi a quest’ultimo decidendo di intraprendere l’attività rischiosa.
The victim's self-responsibility: is there any room for it in high-risk sports?
This contribution deals with the victim's self-responsibility and its potential role in Italy to limit or exclude a third person’s criminal liability. This topic is particularly relevant when the offence to the legal good follows an interaction between the victim and other subjects. High-risk sports are a case in point. While in Germany and Austria the victim's self-responsibility is recognised as having liberating effects for any third person, Italian scholarship and jurisprudence are still rather wary in this regard. However, a review of relevant judicial decisions concerning the substance reveals how the courts are giving to the victim’s self-responsibility far greater attention than hitherto assumed, also in cases when the third party could be considered as a guarantor. It seems that, when it was not possible to exclude from the very beginning a (residual) risk of a prejudicial event, courts tend to burden the victim with it, while excluding the responsibility of involved third persons as potential guarantors. Indeed, it was the victim, aware of the residual risk, to expose themselves to the risk by deciding to undertake the dangerous activity.
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