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Norme dell’ordinamento penitenziario e principio di irretroattività. L’ipocrisia (smascherata) dei formalismi definitori e le «cose che accadono al di sopra delle parole»

Stefano Fiore

Archivio Penale
© dell'autore 2019
Ricevuto: 25 November 2019 | Accettato: 02 December 2019 | Pubblicato: 03 December 2019


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Riassunto

L’estensione agli autori dei reati contro la pubblica amministrazione del regime di cui all’art. 4-bisdell’ordinamento penitenziario ha riproposto a dottrina e giurisprudenza il problema della disciplina intertemporale delle modifiche in peiusdelle norme sulla esecuzione penale. L’applicazione della regola processuale del tempus regit actum, fino ad oggi incontestata nella giurisprudenza, è stata invero messa in dubbio e rifiutata in diverse pronunce giurisprudenziali, che hanno ritenuto, in base ad una interpretazione costituzionalmente e convenzionalmente conforme, di applicare il principio di irretroattività o comunque di sottoporre la questione al giudizio della Corte costituzionale. Il presente contributo analizza l’origine del contrasto e i suoi possibili esiti, inserendo l’analisi nel quadro politico criminale e normativo che caratterizza la recente legislazione penale nel nostro paese.


Rules of the penitentiary system and the principle of non-retroactivity. The (unmasked) hypocrisy of the defining formalisms and the « things that happen above words»


The extension to the perpetrators of offences against the public administration of the regulation pursuant to art. 4 bisof the penitentiary system has re-proposed in doctrine and jurisprudence the discussion about the problem of the transitional rules in case of change in peiusof the rules on penal execution. The application of the procedural rule tempus regit actumhas been questioned and rejected in various jurisprudential judgments, which have instead considered, according to a constitutionally and conventionally compliant interpretation, to apply the principle of non-retroactivity or to submit the question to the judgment of the Constitutional Court. The present paper analyzes the origin of the contrast and its possible outcomes, inserting the analysis in the criminal policy and normative framework that characterizes the recent italian penal legislation.

 


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