Un anno da dimenticare

1. Con Adelmo Manna, Oliviero Mazza, Tullio Padovani, Daniele Negri, E. Nadia La Rocca, Alfredo Bargi, Marcello Gallo, Vincenzo Maiello, Nico D’Ascola, Clelia Iasevoli, Benedetta Galgani, Oliviero Diliberto, Filippo Dinacci (proseguire nell’elenco sarebbe stucchevole), abbiamo ripensato diverse volte ai pomeriggi belli dell’autunno del 2019 quando, insieme al resto del Consiglio Direttivo e alla piacevolissima compagnia dei nostri responsabili di redazione, stavamo condividendo l’idea, passata subito alla fase realizzativa, di una serie di Convegni itineranti, da Bergamo a Reggio Calabria, da Modena a Foggia, da Pisa a Napoli con epilogo in Sapienza per celebrare i concomitanti anniversari dei Codici Rocco, del Codice Vassalli e dell’art. 111 Cost. Con idee vulcaniche all’insegna della spensieratezza, e soprattutto con la voglia di realizzare una iniziativa di spessore ideologico e culturale unico con tutta l’intensità che l’evento complessivo ci riservava. Si era creata una vera e propria sinergia d’intenti tra protagonisti dell’Accademia e del Foro (forse non più ripetibile) destinata a espandere effetti positivi in molteplici direzioni.
Purtroppo, quel momento si è presto trasformato in un brevissimo istante: neanche il tempo di organizzare l’incontro di apertura e di distribuire le locandine, rimaste in tipografia, che a fine febbraio è successo quel che tutti noi sappiamo.

2. Con grande dispiacere abbiamo dovuto toccare con mano il dramma che ha vissuto e che sta nuovamente vivendo in questi giorni il mondo circostante, dal quale quello delle Aule e segnatamente quello dei penalisti e dei processualpenalisti non possono e non devono estraniarsi.
Tra diritti sospesi, udienze virtuali e smaterializzate con sacrificio del principio irrinunciabile della pubblicità, libertà limitate, concorsi interrotti e commissioni prorogate, va dato atto, con brutale franchezza, che quasi tutte le “regole del gioco” sono state sovvertite; con contraddizioni imperdonabili ed esiti non sempre persuasivi.
Questo 2020 bisestile è stato davvero un anno da dimenticare.

3. Per quanto si è potuto, molti di noi hanno con audacia cercato un recupero della “normalità” e la famiglia di Archivio Penale si è impegnata – per quanto possibile – nel rispettare i programmi fatti a inizio anno. Se siamo riusciti in questo, limitatamente alla Rivista e alle Collane di volumi ad essa coordinate, il merito va tutto ai nostri collaboratori (autori, colleghi incaricati dei referaggi, redattori, responsabili di stampa): il loro lavoro è stato encomiabile nel far fronte alle difficoltà operative del tutto inaspettate, impreviste, mai sperimentate prima. Grazie davvero per quanto avete fatto!
Ora il pensiero corre all’anno prossimo: recuperata la Sala Rocco alla Sezione di diritto e procedura penale della Sapienza, se e quando sarà possibile abbandonare lo streaming e le piattaforme virtuali, l’intenzione è quella di riprendere senza indugio le iniziative che in questo momento segnano ancora il passo, ma che – ne siamo sicuri – molto presto potremo riprendere con rinnovata passione e con lo stesso entusiasmo che ci ha accompagnato dal lontano 2011 (l’inizio della nuova esperienza dell’Archivio Penale; sembra ieri!) ad oggi. L’impegno che ci attende dovrà confrontarsi con nuove sfide, con le riforme in itinere, con le nuove - o forse solo rese note - consapevolezze sugli assetti della magistratura e dell’ordinamento giudiziario.
Con questo pensiero positivo, giungano ai lettori e agli amici – anche da parte dell’Editore, della proprietà, della Direzione e della Redazione – gli auguri per un 2021 all’insegna della salute, dell’ottimismo… e della condivisibilità e prevedibilità delle decisioni, tutte le decisioni affidate a qualunque giurisdizione o commissione, nel rispetto pieno delle regole interne ed europee.
La posta in gioco è il futuro che ci attende.
Alfredo Gaito