articolo pubblicato | open access
Sottoposto a Peer review

Le indagini passive nella legge n. 3 del 2019 (c.d. legge ‘spazzacorrotti’): il sistema penale (anti)democratico alla prova della provocazione ‘coperta’.

Antonino Sessa

Archivio Penale
© dell'autore 2020
Ricevuto: 15 June 2020 | Accettato: 28 June 2020 | Pubblicato: 20 July 2020


L’intero articolo è disponibile


Riassunto

I limiti della delazione interna, ora aperta anche al sistema privatistico, hanno determinato il ricorso, da più parti auspicato, alla delazione esterna istituzionalizzata come strumento investigativo per un più efficiente contrasto alla corruzione quale reato-contratto. Tuttavia, l’apertura ad una mobile attività di indagine undercover,  in settori caratterizzati da peculiari fattispecie criminose, non ha mancato di evidenziare sin da subito una sua subdola articolazione in inquietanti forme di ‘provocazione coperta’ non punibili che, nell’ambito del dato normativo – l’art. 9 della legge n. 146 del 2006 novellato - ed in nome della  lotta alla immoralità nei pubblici uffici, pure sembrano correre il rischio di ampliarsi minacciosamente fino alla verifica di una (in)fedeltà al potere politico da porre strumentalmente al servizio di possibili derive autoritarie pur sempre in agguato. In un tale contesto sistematico, allora, ed accanto ad una rigorosa applicazione delle regole di teoria del concorso di persone nel reato, il riferimento ad una nuova idea di giustificazione, quella procedurale, si rivela, sul modello della fattispecie di eccezione di cui all’art. 14 della legge n. 269 del 1998, non solo lo strumento dommatico che, rispetto alle scriminanti tradizionali, sembra più in grado di recuperare le indicazioni legislative ad una più corretta qualificazione giuridica per atti di indagine passiva non punibili al riparo da riflussi illiberali, ma consente anche di adeguare il diritto domestico a condizioni di liceità pre-determinate per legge più coerenti con un sistema penale multilivello convenzionalmente ispirato. Pertanto, previa autorizzazione motivata dell’autorità giudiziaria, sussidiarietà, proporzionalità e necessarietà, in via rigorosa, costituiscono i tassativi presupposti legali con cui l’ordinamento può riferirsi ad atti processuali a c.d. doppia valenza che solo così saranno pienamente legittimi. Essi, infatti, quale espressione di una dommatica razionale, sapranno porsi a fondamento di un diritto penale quale garanzia di libere scelte d’azione che, anche sul piano politico criminale, e nella particolare attività investigativa degli agenti sotto copertura, non solo consentirà di abbandonare il connaturato e disincentivante rischio di illiceità penale insito in essa, ma ispirerà anche quella necessaria differenziazione, utile pure sul piano processuale, tra la punibilità del ‘non provocato’ e la non punibilità di un agente ‘non provocatore’ al reato perché autore di condotte che, seppur lesive della sfera di libertà individuali, si riveleranno lecite in quanto solidaristicamente conformi al diritto.   


The passive investigations in Act No 3 of 2019 ('scavengers' law'): the (anti)democratic penal system to the 'blanket' provocation test.


The limits of internal denunciation, now also open to the private system, have led to the use, by many parties, of institutionalized external denunciation as an investigative tool for a more efficient fight against corruption as a crime-contract. However, the opening to a mobile activity of undercover investigation, in sectors characterized by particular criminal cases, has not failed to highlight, from the very beginning, its underhand articulation in disturbing forms of 'covered provocation' not punishable, which, in the ambit of the normative data - the Art. 9 of the new Law N° 146 of 2006 - and in the name of the fight against immorality in the public offices, also seem to run the risk of expanding threateningly until the verification of (in)loyalty to the political power to be placed, instrumentally, at the service of possible authoritarian drifts, although always in ambush. In such a systematic context, then, and together with a rigorous application of the rules of theory of the participation of persons in the crime, the reference to a new idea of justification, the procedural one, is revealed, on the model of the case of exception in Art. 14 of the Law N° 14. 269 of 1998, not only the domestic instrument which, with respect to the traditional “scriminanti”, seems more capable of recovering the legislative indications to a more correct legal qualification for acts of passive investigation not punishable sheltered from illiberal refluxes, but also allows the adaptation of the domestic law to conditions of lawfulness pre-determined by law, more coherent with a conventionally inspired multi-level criminal system. Therefore, subject to the motivated authorization of the judicial authority, subsidiarity, proportionality and necessity, in a rigorous manner, constitute the imperative legal prerequisites with which the system can refer to procedural acts with so called double valence that only in this way will they be fully legitimate. In fact, as an expression of a rational dommatics, they will be able to be the foundation of a criminal law as a guarantee of free choices of action which, also on the criminal political level, and in the particular investigative activity of the undercover agents, will not only allow to abandon the innate and disincentive risk of criminal illegality inherent in them, but it will also inspire that necessary differentiation, also useful from a procedural point of view, between the punishability of the 'unprovoked' and the non-punishability of a 'non-provoked' agent to the crime because he is the author of conduct which, even if damaging to the sphere of individual freedom, will prove to be lawful because it is solidaristically in conformity with the law.   



Percorso di valutazione

Peer reviewed. Certificazione della qualità


L’intero articolo è disponibile