Alcune riflessioni sul reato di abuso d’ufficio dopo l’ultima riforma
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Ricevuto: 13 July 2021
| Accettato: 29 July 2021
| Pubblicato: 02 August 2021
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Riassunto
Il reato di abuso d’ufficio non trova pace: introdotto per la prima volta nell’ordinamento dal codice penale Zanardelli, è alla quarta modifica (non l’ultima, a quanto pare). Il risultato dell’impulso semplificatorio che si è impadronito del legislatore d’urgenza − sottrazione dei casi di abuso collegati all’esercizio del potere discrezionale dall’abuso d’ufficio, restrizione del sindacato penale nello spazio stretto dell’attività vincolata, drastica riduzione delle fonti extrapenali del precetto penale − espone il reato al rischio di abrogazione sul piano applicativo. Oggetto del contributo, è il tentativo di riportare il testo legislativo alla “normalità” per via interpretativa, attribuendo rilevanza penale all’abusivo esercizio della discrezionalità amministrativa, e introducendo nell’area applicativa della nuova formulazione dell’art. 323 c.p. uno spazio di sindacabilità nelle valutazioni discrezionali dell’amministrazione, assumendo il principio di ragionevolezza come parametro per delimitarne i confini. Senza trascurare il perdurante conflitto tra controllo penale di legalità e riserva di amministrazione, tra potere giudiziario e potere esecutivo, e l’impatto delle indebite ingerenze della magistratura nel merito amministrativo sui delicati equilibri politico-istituzionali tra i due poteri, di cui l’abuso d’ufficio si pone come osservatorio privilegiato.
Some reflections about the crime of abuse of office after the last reform
The abuse of office crime finds no peace: introduced for the first time in the legal system by the Zanardelli penal code, it is in its fourth amendment (apparently not the last). The result of the simplification impulse - removal of cases of abuse connected to the exercise of discretion from the abuse of office, restriction of the criminal union in the narrow space of the restricted activity, drastic reduction of extra-criminal sources - exposes the art. 323 to the risk of abrogation. The paper is focused on the attempt to bring the legislative text back to “normality” by interpretation, attributing criminal relevance to the abusive exercise of administrative discretion, assuming the principle of reasonableness as a parameter to define its boundaries. Without neglecting the continuing conflict between criminal control of legality and administrative reserve, between the judiciary and the executive power, and the impact of the undue interference of the judiciary on the administrative merits on the delicate political-institutional balance between the two powers for what the abuse of office represents a privileged observatory.
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