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Alla ricerca della nozione perduta: il valore ermeneutico della materia penale nella definizione dell’ambito applicativo del mutuo riconoscimento dei sequestri e delle confische in Europa

Andreana Esposito, Caterina Scialla, Francesca Mele, Giacinto Cirioli, Giovanni Sodano

Archivio Penale
© dell'autore 2025
Ricevuto: 02 March 2025 | Accettato: 24 April 2025 | Pubblicato: 30 April 2025


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Riassunto

​L’articolo esamina la nozione di materia penale e il suo valore ermeneutico nella definizione dell’ambito applicativo del Regolamento (UE) 2018/1805 sul mutuo riconoscimento dei provvedimenti di sequestro e confisca in Europa. L’assenza di una definizione univoca del concetto ha generato profonde incertezze interpretative, con implicazioni significative sia per la tutela dei diritti fondamentali sia per l’efficacia della cooperazione giudiziaria in Europa. L’analisi si sviluppa attraverso un confronto tra diverse e autonome letture della materia penale nella giurisprudenza sovranazionale e nazionale. In particolare, si esamina il contributo della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha elaborato una nozione finalizzata a garantire l’applicazione delle garanzie convenzionali al di là della qualificazione formale adottata dagli Stati, e l’interpretazione della Corte di giustizia dell’Unione europea, la quale utilizza la nozione con una finalità differente, funzionale all’armonizzazione normativa tra gli Stati membri. Si approfondisce, altresì, la giurisprudenza italiana che ha affrontato il problema dell’inquadramento delle confische di prevenzione e senza condanna. Sebbene tali misure siano tradizionalmente considerate estranee alla materia penale in senso convenzionale, la loro inclusione nel sistema del mutuo riconoscimento europeo ha sollevato interrogativi sulla compatibilità con le garanzie fondamentali previste dagli articoli 6 e 7 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. In chiusura, lo studio mostra come la materia penale si configuri come un concetto polimorfo e adattabile, il cui significato varia a seconda del contesto giuridico di riferimento.


The paper examines the notion of ‘criminal matters’ and its role in defining the scope of Regulation (EU) 2018/1805 on the mutual recognition of freezing and confiscation orders in the European Union. The absence of a clear and unified definition of the concept of ‘criminal matters’ has generated significant interpretative uncertainties, with profound implications both for the protection of fundamental rights and for the effectiveness of judicial cooperation within Europe. The analysis unfolds through a comparison of various and autonomous interpretations of ‘criminal matters’ in European and national case law. In particular, it examines the contribution of the European Court of Human Rights, which has developed a concept aimed at ensuring the application of conventional guarantees beyond the formal qualification adopted by States, and the interpretation of the Court of Justice of the European Union, which employs the concept for a different purpose, namely the legislative harmonisation between Member States. The study further delves into Italian case law, addressing the issue of the classification of preventive confiscation and non-conviction-based confiscation. Although such measures have traditionally been considered outside the scope of ‘criminal matters’ in the conventional sense, their inclusion within the European mutual recognition system has raised questions about their compatibility with the fundamental guarantees set forth in articles 6 and 7 of the European Convention on Human Rights. In conclusion, the study illustrates how ‘criminal matters’ is configured as a manifold and adaptable concept, the meaning of which varies according to the specific legal context.


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