Apologia del concorso formale di reati. Principio di legalità, istanze di ne bis in idem sostanziale e proporzionalità della pena irroganda
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Ricevuto: 15 July 2024
| Accettato: 07 October 2024
| Pubblicato: 08 October 2024
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Riassunto
In anni recenti, la giurisprudenza sovranazionale ha avuto modo di pronunciarsi più volte sul tema della legittimità di sistemi nazionali di doppio binario sanzionatorio, fornendo – in tali occasioni – preziose indicazioni in merito a contenuto e portata del principio di ne bis in idem. In particolare, per quel che attiene al versante sostanziale della garanzia, i giudici europei hanno consolidato un indirizzo interpretativo secondo cui il principio del ne bis in idem non osta di per sé a duplicazioni punitive per il medesimo fatto storico, purché il trattamento sanzionatorio complessivamente inflitto sia comunque proporzionato al disvalore della vicenda concreta. Muovendo da questa prospettiva, il contributo analizza le varie impostazioni che, nel corso del tempo, hanno ampliato, adottando approcci metodologici e seguendo direttive ermeneutiche affatto differenti, l’ambito di applicazione del concorso apparente di norme in ipotesi di violazioni di legge plurime a fronte di un’unica azione o omissione. Tali indirizzi tendono a ricondurre la necessità del summenzionato ampliamento all’esigenza di scongiurare bis in idem sanzionatori, incorrendo tuttavia in frizioni dogmatiche, derivanti da un difficile raccordo delle soluzioni offerte con il principio di legalità. Prendendo le mosse dagli approdi a cui sono pervenuti i giudici europei, il presente lavoro vuole indagare se le criticità riscontrate non possano essere appianate mediante una più corretta collocazione sistematica della questione: se la garanzia del ne bis in idem sostanziale è una proiezione del più ampio principio di proporzionalità, allora l’esigenza di scongiurare duplicazioni sanzionatorie non investe l’ambito della teoria della norma, ma trova invece una sede più consona nel giudizio di determinazione della pena operato dal giudice. In quest’ottica, il contributo si sofferma sulla disciplina prevista dall’art. 81 c.p. in tema di concorso formale di reati, proponendo alcuni correttivi alla norma auspicabilmente utili a delineare un meccanismo che consenta di garantire la proporzionalità della pena irrogata al disvalore del fatto concreto commesso.
In recent years, supranational case law has repeatedly addressed the issue of the legitimacy of national dual sanctioning systems, providing valuable insights regarding the content and scope of the principle of ne bis in idem. In particular, with respect to the substantive aspect of the guarantee, European courts have consolidated an interpretative approach indicating that the principle of ne bis in idem does not inherently preclude duplicative penalties for the idem factum, provided that the overall punishment inflicted remains proportionate to the seriousness of the specific case. From this perspective, the contribution analyzes the various approaches that, over time, have broadened the scope of application of the fictitious concurrence of crimes in cases of multiple legal violations arising from a single action or omission, adopting different methodological approaches and hermeneutic directives. These approaches tend to justify the need for the aforementioned expansion by the necessity to avert substantive ne bis in idem; however, they encounter dogmatic frictions due to the difficulty of reconciling the proposed solutions with the principle of legality. Building on the conclusions reached by European courts, this paper seeks to investigate whether the identified critical issues can be resolved through a more appropriate systematic placement of the question: if the substantive guarantee of ne bis in idem is an extension of the broader principle of pro- portionality, then the need to avoid duplicative penalties does not pertain to the theory of norms but instead finds a more suitable context in the judge’s determination of the sentence. In this light, the contribution focuses on the provisions of Article 81 of the Italian Penal Code regarding formal concurrence in crimes, proposing some amendments to the rule that may help outline a mechanism to ensure that the penalty imposed is proportionate to the seriousness of the actual offense committed.
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