Appunti sui criteri di delimitazione tra desistenza volontaria e recesso attivo
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Ricevuto: 03 September 2024
| Accettato: 10 September 2024
| Pubblicato: 11 September 2024
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Riassunto
L’orientamento assolutamente prevalente in giurisprudenza aderisce alla concezione tradizionale secondo la quale l’unico criterio per distinguere desistenza volontaria e recesso attivo è costituito dal dato formale dell’esaurimento della condotta tipica: fino a quando essa non si è ancora compiuta, sarebbe configurabile la desistenza; qualora la condotta si è invece perfezionata, vi sarebbe spazio soltanto per la circostanza attenuante del recesso attivo. Una parte della dottrina contesta questa impostazione sul presupposto che il criterio legale potrebbe comportare esiti irrazionali e censurabili e suggerisce di risolvere i rapporti tra desistenza e recesso secondo una diversa prospettiva, nella quale l’attenzione viene concentrata sul dominio finalistico che il soggetto agente può esercitare sul corso degli accadimenti. La sentenza qui annotata, pur ritenendo configurabile la desistenza in quanto la condotta non si era ancora compiuta, impiega in via sussidiaria anche il criterio del dominio finalistico e questa apertura induce pertanto a riflettere su quale rilievo possa essere riconosciuto a detto parametro nel quadro dei rapporti tra desistenza e recesso e, soprattutto, sulla sua compatibilità con il dettato normativo dell’art. 56 c.p.
The absolutely prevailing orientation in jurisprudence adheres to the traditional conception according to which the only criterion for distinguishing voluntary desistance and active withdrawal is the formal fact of the exhaustion of the typical conduct: as long as the conduct has not yet been completed, desistance would be configurable; when the conduct has been perfected, there would only be room for the mitigating circumstance of active withdrawal. Part of the doctrine disputes this approach on the assumption that the legal criterion could lead to irrational and censurable outcomes and suggests resolving the relationship between desistance and withdrawal according to a different perspective, in which the focus is on the finalistic dominion that the agent can exercise over the course of events. The judgement noted here, while considering that desistance is configurable insofar as the conduct had not yet been completed, also employs in a subsidiary manner the criterion of the finalistic dominion and this opening leads one to reflect on what importance can be attributed to this parameter in the framework of the relations between desistance and withdrawal and, above all, on its compatibility with the normative dictate of Article 56 of the criminal code.
Qui il link per consultare la sentenza annotata: https://archiviopenale.it/desistenza-volontaria-e-recesso-attivo-%E2%80%93-tentativo-incompiuto-%E2%80%93-dominio-finalistico-(art-56-co-3-e-4-cp)--cass-sez-vi-5-febbraio-2024-(ud-25-ottobre-2023)-n-5077/contenuti/29677.
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