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Contestazione suppletiva di aggravante valutativa: quando il p.m. abusa del processo

Luisa Taldone

Archivio Penale
© dell'autore 2025
Ricevuto: 28 July 2025 | Accettato: 06 August 2025 | Pubblicato: 11 August 2025


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Riassunto

Il presente lavoro fornisce un commento a un arresto della Corte di cassazione, depositato lo scorso luglio, relativo ai limiti imposti al pubblico ministero laddove proceda in udienza a contestazione suppletiva di un’aggravante che rende il reato procedibile d’ufficio e non più a querela di parte. Il tema si presenta di particolare attualità, considerato che il d.lgs. n. 150 del 2022 (riforma Cartabia) ha modificato il regime di procedibilità per talune fattispecie delittuose, prevedendo al contempo che il termine dei tre mesi per la presentazione della querela ricominciasse a decorrere dall’entrata in vigore della novella. La Corte, con la sentenza qui annotata, ha stabilito che il pubblico ministero non può contestare all’imputato nuove circostanze aggravanti, quando ciò risponde al solo scopo di perseguire d’ufficio il reato in assenza di querela. In tal caso si configurerebbe, infatti, da parte del magistrato inquirente, un abuso del processo. 


Supplementary contestation of evaluative aggravating circumstances: when the public prosecutor abuses the process


The essay analyses an Italian Supreme Court decision, sentenced on July 2024, concerning the limits imposed to the Prosecutor in amending the indictment during the trial, in particular when he charges the accused with a supplementary aggravating circumstance that makes the offence prosecutable ex officio and no longer on complaint by the victim. The issue is particularly topical, considering that Legislative Decree no. 150 of 2022 (Cartabia reform) amended the procedural regime for certain criminal offences, at the same time providing that the three-month time limit for filing a complaint would start to run again from the entry into force of the reform. The Court, in the judgment annotated herein, sentenced that the Prosecutor may not charge the defendant with new aggravating circumstances when this serves the sole purpose of prosecuting the offence ex officio in the absence of a complaint. In such a case, in fact, the prosecutor would commit an abuse of process.

 


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