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Ergastolo, ergastolo ostativo, CEDU e Costituzione: cronaca di un dialogo mai interrotto, ma pieno di asperità

Adelmo Manna

Archivio Penale
© dell'autore 2021
Ricevuto: 24 September 2021 | Accettato: 30 September 2021 | Pubblicato: 04 October 2021


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Riassunto

L’Autore si occupa della massima pena rimasta nel nostro ordinamento, cioè l’ergastolo, sia da un punto di vista storico, che mediante un’analisi della legislazione e dei massimi consessi giurisprudenziali, ove emerge un contemperamento della perpetuità, attraverso l’applicazione prima della liberazione condizionale e poi delle misure alternative alla detenzione. Ciò, però, è precluso per l’ergastolo ostativo, in cui i benefici sono subordinati alla collaborazione processuale. Da ciò un recente, famoso intervento della CEDU, con la sentenza Viola c./ Italia, che ha ritenuto tale sistema in contrasto con la dignità umana. Ha risposto la Corte costituzionale italiana, in un primo tempo estendendo i permessi-premio all’ergastolo ostativo e, in un secondo tempo, con una pronuncia “differita” ha ritenuto la mancata estensione allo stesso della liberazione condizionale incostituzionale, ma concedendo il tempo di un anno al Parlamento per legiferare in tema di criminalità organizzata e collaborazione processuale. I precedenti in materia non sono favorevoli ad un intervento del potere legislativo, per cui reputiamo che a maggio 2022 dovrà risolvere la questione la stessa Corte costituzionale. Questo secondo, eventuale passo, questa volta a favore della riduzione della perpetuità, lascia però aperto il quesito di fondo, se, cioè, l’ergastolo tout court sia ontologicamente compatibile o no con la funzione rieducativa della pena.


Life imprisonment, life imprisonment, ECHR and Constitution: 

chronicle of a dialogue never interrupted, but full of harshness


The author deals with the maximum penalty remaining in our legal system, that is life imprisonment, both from a historical point of view, and through an analysis of the legislation and the highest jurisprudential fora, where a reconciliation of perpetuities emerges, through the application before the conditional release and then the alternative measures to detention. This, however, is precluded for life imprisonment, in which the benefits are subject to trial collaboration. Hence a recent, famous intervention of the ECHR, with the sentence Viola v. Italy, which considered this system to be in conflict with human dignity. The Italian Constitutional Court replied, initially by extending the permits-prize to life imprisonment and, at a later stage, with a "deferred" ruling, it deemed the non-extension of the conditional release unconstitutional, but granting the time to one year in Parliament to legislate on organized crime and procedural collaboration. The precedents in this matter are not in favor of an intervention by the legislative power, so we believe that in May 2022 the Constitutional Court itself will have to resolve the issue. This second, possible step, this time in favor of reducing perpetuity, however, leaves open the basic question, that is, whether life imprisonment tout court is ontologically compatible or not with the re-educational function of the sentence.

 


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