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I continui giri di valzer tra legislatore e giurisprudenza in tema di abuso d’ufficio: un addio alla tassatività?

Adelmo Manna

Archivio Penale
© dell'autore 2021
Ricevuto: 26 April 2021 | Accettato: 03 May 2021 | Pubblicato: 04 May 2021


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Riassunto

L’Autore passa in rassegna le quattro riforme del delitto di abuso d’ufficio che, a suo giudizio, derivano da conflitti tra legislatore e giurisprudenza, giacché l’originaria sistemazione della materia dovuta al Codice penale del 1930 ed alla riforma del 1944, apparivano costruire in modo assai convincente la materia. L’aver, però, alterato l’essenza dell’abuso d’ufficio, dall’originario significato di prevaricazione a quello di sfruttamento dell’ufficio e di favoritismo affaristico, ha complicato notevolmente la questione perché, a partire dalla riforma del ’97 e per proseguire con quella ultima del 2020, il legislatore ha inutilmente tentato di precisare in forme sempre più stringenti il contenuto della condotta attiva di abuso, provando così ad estromettere dal penalmente rilevante in particolare lo sviamento di potere. La giurisprudenza, e forse non a torto, ha, invece, sempre superato la littera legis, per inserire nel contenuto del precetto penalmente rilevante anche quella che una volta veniva definita la presa di un interesse privato in un atto dell’ufficio, cioè il sempiterno problema della rilevanza penale anche della discrezionalità amministrativa, ma sotto il particolare angolo visuale dello sviamento di potere.


The continuous waltzes between legislator and jurisprudence. in the matter of office abuse: a goodbye to the absolute?


The Author reviews the four reforms of the crime of abuse of office which, in his opinion, derive from conflicts between legislator and jurisprudence, since the original arrangement of the matter due to the Criminal Code of the 1930 and the reform of 1944, appeared to construct the subject in a very convincing way. However, having altered the essence of abuse of office, from the original meaning of prevarication to that of exploitation of the office and business favoritism, has considerably complicated the question because, starting from the reform of '97 and to continue with the last one of 2020, the legislator has unsuccessfully tried to clarify the content of the active conduct of abuse in increasingly stringent forms, thus trying to exclude the misuse of power from the criminally relevant. The jurisprudence, and perhaps not wrongly, has, on the other hand, always overcome the littera legis, to include in the content of the criminally relevant precept also that once defined the taking of a private interest in an office act, that is the eternal problem the criminal relevance also of the administrative discretion, but under the particular visual angle of the misuse of power.


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