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Il nuovo Ddl sicurezza fra (poche) luci e (molte) ombre: primi spunti di riflessione

Francesco Forzati

Archivio Penale
© dell'autore 2023
Ricevuto: 15 December 2023 | Accettato: 18 December 2023 | Pubblicato: 18 December 2023


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Riassunto

​L’ennesimo pacchetto sicurezza, approvato lo scorso novembre dal Cdm, nella forma del Ddl-comunicato stampa, sostituisce la fonte mediatica, alla fonte normativa, sdoganando “l’annuncio di legge, in assenza di legge”. Pur riferendosi a tematiche eterogenee, rilevanti più sul piano socio-politico che sul versante punitivo, il Ddl adopera la logora formula dell’anticipazione della punibilità, abbinata all’incremento generalizzato del carico sanzionatorio, attraverso la individuazione di tipi d’autore e la valorizzazione della recidiva e della abitualità a delinquere: ne deriva un penale del sospetto e della pericolosità sociale, ai confini col penale di polizia, che trasforma in emergenze punitive, l’emergenza abitativa, carceraria, migratoria, oltre alle emergenze legate alla viabilità ed al trasporto pubblico. Di fronte a tali problematiche, il ricorso all’opzione punitiva sembra tradursi in un’aporia metodologica: sia perché lo ius puniendi non è deputato – sul piano assiologico e teleologico – a governare emergenze umanitarie, socio-politiche ed economiche, sia perché la Clausola di invarianza finanziaria, presente nel Ddl, ci dice che siamo di fronte ad una legge a costo zero. Al netto della ineffettività e della simbolicità di una sicurezza punitiva a buon mercato, questo Ddl si segnala per lo spostamento del baricentro della prevenzione securitaria, dalle aree garantite dal controllo giurisdizionale, agli spazi (per lo più, discrezionali) demandati alla polizia ed alla pubblica sicurezza, nonché al S.I.S.R. e del D.I.S. In ragione dello stretto raccordo di questi organismi con (le funzioni securitarie esercitate da) A.I.S.I. ed A.I.S.E., quest’ultimo passaggio è delicato poiché, in nome di superiori esigenze di sicurezza, sembra legittimare uno scenario di sorveglianza e controllo indefinito, svincolato dalle necessarie garanzie a tutela della persona.

The new measures regarding criminal safety, approved last November by the Council of Ministers, in the form of the draft law-press release, replaces the media source of law with the regulatory source, clearing "the announcement of the law, in the absence of law". Although dealing with heterogeneous issues, which are more relevant on a socio-political level, than on the punitive side, the provision uses the worn-out formula of anticipating punishment, combined with a generalized increase in the sanctioning load, through the identification of types of perpetrator and the valorisation of recidivism and the habit of committing crimes: the result is a criminal offense of suspicion and social danger, bordering on the police criminal offense, which transforms the housing emergency, the prison emergency, the migration emergency, in addition to emergencies related to roads and public transport. With respect to these problems, the use of the punitive option seems to translate into a methodological aporia: both because the ius puniendi is not appointed – on an axiological and teleological level – to govern humanitarian, socio-political and economic emergencies, and because the Clause of financial invariance, present in the norm, tells us that we are faced with a zero-cost law. Despite being an ineffective and symbolic rule, the regulatory provision is notable for the shift of the center of gravity of security prevention, from the areas guaranteed by judicial control, to the (mostly discretionary) spaces delegated to the police and public security, as well as to the S.I.S.R. and the D.I.S. Due to the close connection of these bodies with (the security functions exercised by) A.I.S.I. and A.I.S.E., this last step is extremely delicate since, in the name of superior security needs, it seems to legitimize indefinite surveillance and control, free from the necessary guarantees to protect the person.


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