Il “reato universale”? Una riflessione critica sul ricorso alla extraterritorialità nel sistema penale italiano
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Ricevuto: 18 July 2024
| Accettato: 04 November 2024
| Pubblicato: 04 November 2024
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Riassunto
Muovendo dalla recente emersione, soprattutto nel linguaggio mediatico, del concetto di “reato universale”, il contributo analizza le recenti iniziative adottate dal legislatore interno per proiettare “oltre frontiera” alcuni precetti penali, prevedendo l’applicazione della legge penale a fatti extraterritoriali. In particolare, il riferimento è al decreto-legge 20/2023 (c.d. decreto Cutro) e al disegno di legge A.S. 824, da ultimo approvato definitivamente al Senato e divenuto legge (c.d. legge “Varchi”), in materia di contrasto alla surrogazione di maternità. Tali iniziative denotano la volontà del legislatore italiano di segnalare l’estrema rilevanza attribuita ai beni giuridici sottesi alle norme oggetto di disciplina, rivelando un utilizzo in chiave essenzialmente simbolica ed eticizzante dello strumento penale. Pur rimandando, all’apparenza, ad una dimensione universalistica dei valori in gioco, tali iniziative tralasciano paradossalmente di considerare la categoria dei crimini internazionali, espressione di un’istanza punitiva che dovrebbe rilevare per l’intera comunità degli Stati. Per questa categoria di crimini, il progetto inteso a dar vita ad un codice ad hoc che li includesse nella legislazione interna, in attuazione delle istanze di tutela espresse dallo Statuto della Corte penale internazionale, è stato accantonato. L’analisi del “reato universale” costituisce, dunque, l’occasione per riflettere criticamente su alcune recenti linee politico-criminali e, al contempo, per segnalare il perdurante ritardo nell’adeguarsi ai più elevati standard in materia di giustizia internazionale.
Starting from the recent emergence, especially in the language of the media, of the concept of ‘universal crime’, the paper analyses the recent attempts made by the Italian lawmaker in order to make certain criminal offences applicable ‘beyond the border’ to extra-territorial offences. Examples of this trend are the recent Law Decree No. 20/2023 (the so-called Cutro Decree) and the law, recently approved, on combating surrogacy. These initiatives show the intention to underline the importance given to the values protected by the norms, revealing a symbolic and ethical use of criminal law. Although referring to a universalist dimension of the values at stake, the concept of ‘universal crime’ paradoxically neglects the category of international crimes, which notoriously express a punitive instance arising from the entire community of States. The project to adopt an ad hoc code introducing the core crimes in the Italian legislation, according to the Statute of the International Criminal Court, has been abandoned by the law-maker. Therefore, the analysis of the ‘universal crime’ is an opportunity to deal with certain criminal policy’s trends arising in the Italian legal order and, at the same time, to point out the persistent delay in adapting it to the highest standards of international justice.
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