Il rifiuto del MAE per il rischio di violazione dei diritti umani, tra sentenze interpretative e mancate previsioni legislative
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Ricevuto: 20 January 2021
| Accettato: 29 January 2021
| Pubblicato: 05 February 2021
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Riassunto
La decisione quadro 2002/584/GAI sul mandato d’arresto europeo (MAE) non contempla espressamente, tra i tassativi motivi di rifiuto obbligatorio o facoltativo dell’esecuzione, il rischio di violazione dei diritti umani. Trattasi di un’assenza che ha causato non pochi dubbi dottrinali e giurisprudenziali, con la stessa Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha, in pochi anni, emanato sentenze di orientamento opposto. Partendo dal caso Radu fino ad arrivare al più recente caso Dorobantu, vi è stata un’evoluzione normativa ancora in pieno corso, particolarmente rilevante in vista di una sempre più necessaria regolamentazione – legislativa o giurisprudenziale – relativa ai limiti esecutivi causati dal COVID-19.
EAW’s execution refusal for the risk of a fundamental rights’ violation, between interpretative sentences and lacking legislative provisions
The Framework Decision 2002/584/JHA regarding the European Arrest Warrant (EAW) does not specifically provide the risk of a human rights’ violation among the exhaustive grounds for a compulsory or optional non-execution. This lack of legislative provision has caused many doctrinal and jurisprudential doubts, and, in the last few years, the Court of Justice of the European Union has given several judgements conflicting with each other. From the ‘Radu’ case till the ‘Dorobantu’ one, there have been ongoing regulatory developments which are significantly relevant given the increasing necessity for a legislative or jurisprudential regulation regarding the execution’s limits caused by the COVID-19 pandemic.
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