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Il rilievo dell’omissione nella truffa

Anna Salvina Valenzano

Archivio Penale
© dell'autore 2021
Ricevuto: 26 April 2021 | Accettato: 03 May 2021 | Pubblicato: 06 May 2021


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Riassunto

L’indagine mira a stabilire se possa configurarsi la truffa mediante omissione. Dopo aver escluso che il silenzio possa di per sé costituire un artificio o un raggiro che soddisfi il vincolo di tipicità posto dall’art. 640 c.p., ci si è chiesti se la fattispecie di truffa sia suscettibile di conversione in reato omissivo improprio, in forza della clausola di equivalenza dell’art. 40 cpv. c.p.

Vengono infine stabiliti criteri utili per distinguere il semplice silenzio “inerzia”, incolore in quanto puramente negativo, dal silenzio “eloquente” (nella dommatica tedesca, «beredtes Schweigen») che possa acquisire valore di “comportamento concludente” quale condotta da considerarsi “commissiva”.


The relevance of the omission in the crime of fraud


The investigation aims to establish whether fraud can be punished by omission. After excluding that silence can constitute an artifice or a deception that satisfies the constraint of typicality imposed by art. 640 of the criminal code, we wondered if the fraud can be converted into an omissive crime, by virtue of the equivalence clause of art. 40 paragraph 2 of the criminal code.

Finally, we have established useful criteria to distinguish simple “inertia” silence, colorless as purely negative, from “eloquent” silence (in German dogmatics, «beredtes Schweigen») that can assume the value of “conclusive behavior” as a conduct to be considered “commissive”.

 


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