In tema di illeciti commessi dal personale impiegato nelle missioni di peacekeeping delle Nazioni Unite. Brevi riflessioni alla luce della prassi.
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Ricevuto: 19 August 2020
| Accettato: 31 August 2020
| Pubblicato: 01 September 2020
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Riassunto
Le missioni di peacekeeping, prive di un esplicito fondamento nella Carta delle Nazioni Unite, bilanciano la necessità di accentrare l’uso della forza, nel tentativo di sottrarla alla disponibilità unilaterale degli Stati, e quella di ottenere un’efficiente forza di reazione alle situazioni di minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale. L’evoluzione subita nel tempo dalle suddette operazioni e, correlativamente, la progressiva diversificazione delle modalità di impiego delle forze militari e civili, ha numerose implicazioni sulle norme che sovrintendono alle ipotesi di responsabilità internazionale per eventuali illeciti commessi dal personale impegnato nelle operazioni. In particolare, la complessa articolazione della catena di comando delle missioni rende assai difficoltosa una puntuale ricostruzione delle responsabilità per eventuali condotte illecite degli operatori in tali contesti. La ricerca intende fornire un contributo alla (non semplice) opera di inquadramento normativo, dal punto di vista del diritto internazionale, di tali fattispecie.
On the offences committed by United Nations peacekeeping personnel. Some brief thoughts in the light of practice.
Peacekeeping missions, even without resting on an explicit legal basis in the United Nations Charter, balance the need to centralize the use of force and the need to obtain an efficient reaction force to situations of threat to international peace and security, in an attempt to eradicate use of force from unilateral availability of States. The evolution undergone over time by the peacekeeping operations and, correlatively, the progressive diversification of the tasks of military and civilian staff personnel, entails several implications on the norms that oversee the hypothesis of criminal accountability of United Nations peacekeepers. The complex articulation of the chain of command makes it very difficult to reconstruct the responsibilities for any illegal conduct of officials and experts in such contexts. This research aims to provide a contribution to the (not simple) regulatory framework, from the point of view of international law.
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