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Interdizione perpetua dai pubblici uffici e funzione rieducativa della pena Brevi osservazioni su un problema ancora aperto

Nicola Selvaggi

Archivio Penale pp. 54-61
DOI 10.12871/97888674154415 | © Pisa University Press 2016
Pubblicato: 20 April 2015


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Riassunto

In relazione agli illeciti lesivi di beni a rilievo collettivo e a contenuto anche economico, la pena dell’interdizione perpetua può rappresentare una risposta calibrata e con prospettive, almeno teoriche, di precisione maggiore rispetto alle conseguenze giuridico-penali limitative della libertà personale. D’altro canto, però, l’interdizione perpetua finisce con il prospettare il rischio di una vera e propria emarginazione dal corpo sociale ed un ostacolo che si potrebbe definire insuperabile al reinserimento del condannato. Sarebbe, dunque, necessario che fossero previste alternative o, comunque, evitati al giudice automatismi nell’applicazione della pena, qualora ci si avveda, ad esempio, che la scelta della pena interdittiva nel caso concreto sarebbe foriera di esiti in chiaro contrasto con gli obiettivi di reinserimento sociale.


Sommario

1. Attualità e costituzionalità delle pene interdittive nei progetti di riforma del sistema sanzionatorio. - 2. L’interdizione perpetua dai pubblici uffici (secondo la disciplina vigente) e il “volto” costituzionale della pena. - 3. La difesa (tradizionale) dell’interdizione perpetua. - 4. I “nodi” dell’automatismo e del carattere di fissità dell’interdizione. - 5. Conclusioni.

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