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La detenzione intramuraria “obbligata” del soggetto affetto da grave infermità psichica e l’assenza di strumenti alternativi idonei ad assicurare un trattamento conforme ai principi costituzionali e convenzionali.
Archivio Penale
© dell'autore 2018
Ricevuto: 28 May 2018
| Accettato: 03 June 2018
| Pubblicato: 07 June 2018
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Riassunto
L’Autrice esamina la questione di legittimità costituzionale dell’art. 47-ter, comma 1-ter ord. pen. nella parte in cui detta previsione di legge non prevede l’applicazione della detenzione domiciliare anche nelle ipotesi di grave infermità psichica sopravvenuta durante l’esecuzione della pena. In particolare, si evidenziano le criticità della normativa penitenziaria con riferimento specifico all’assenza di strumenti alternativi alla detenzione carceraria per il detenuto in esecuzione pena con residuo superiore a quattro anni, affetto da grave patologia psichica sopravvenuta, stante l’inapplicabilità sia degli artt. 146, 147 e 148 c.p. sia della detenzione domiciliare c.d. “umanitaria” ex art. 47-ter comma 1-ter ord. pen., in as-senza di rinvio –nella citata disposizione di legge- alla norma di cui all’art. 148 c.p.
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