L’abuso d’ufficio fra potere discrezionale e legalità vincolante
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Ricevuto: 26 August 2021
| Accettato: 10 September 2021
| Pubblicato: 13 September 2021
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Riassunto
La riforma de delitto di abuso d’ufficio con d.l. 76/2020 nel tentativo di restringere la portata applicativa dell’art. 323 c.p. e per attribuire maggiore tassatività all’incriminazione, ha espunto la discrezionalità dalle ipotesi sindacabili dal giudice penale e, quindi, sottratto l’eccesso di potere dagli elementi fondanti un’imputazione penale. Attraverso una ricostruzione storico-dogmatica dei delitti di “abuso”, l’autore afferma che non v’è potere senza discrezionalità (tecnica o vincolata che sia). L’esclusione della dicrezionalità dall’accertamento giudiziario appare irrealistica in vista della complessità del procedimento amministrativo che richiede bilanciamenti di interessi per giungere ad una soluzione finale ragionevole atta a soddisfacente il pubblico interesse.
The Offence of breach of duty in public office between discretion and targeted statutory offences.
The “unclear” art. 323 italian penal code governing misconduct in public office was reformed by the Decree law 76/2020. The reform would modernise and clarify the offences, so they are easier to understand whilst also ensuring they only target the most serious misconduct in public office also. Trough the historical and dogmatics reconstruction the Autor affirm that there is no public power without discretion. The autor approach is to look at what, if any, powers, discretion or duties have been entrusted to the defendant in his official position for the public benefit. The exclusion of the dicretion from judicial finding seems to be unrealistic in view of the extremely complicated administrative procedures wich will require balancing of interests towards a reasonable measure in accordance with the public general interest.
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