articolo pubblicato | articolo in abbonamento
Sottoposto a Peer review

L’ammissibilità degli strumenti di captazione dei dati personali tra standard di tutela della privacy e onde eversive

Elena Andolina

Archivio Penale pp. 916-938
DOI 10.12871/978886741611011 | © Pisa University Press 2016
Pubblicato: 20 December 2015


L'intero articolo è disponibile per gli abbonati


Riassunto

Il rapido e incessante sviluppo tecnologico ha offerto agli inquirenti strumenti sempre più Dopo aver analizzato diverse soluzioni interpretative elaborate in relazione a nuovi mezzi tecnologici di sorveglianza, tra cui ricadono attività di localizzazione in tempo reale tramite dispositivi GPS, captazioni visive in luoghi riservati diversi dal domicilio, nonché attività dirette alla captazione di flussi unidirezionali di dati non comunicativi (c.d. perquisizioni online), l’Autrice auspica un tempestivo intervento in materia, che consenta una regolamentazione di tali strumenti e che ne subordini l’ammissibilità a stretti criteri di necessità e proporzionalità. In tale contesto, infatti, risultano evidenti per diversi punti di frizione tra le garanzie previste a livello Europeo e la normativa italiana in materia. invasivi della sfera personale dei soggetti coinvolti nelle indagini, rendendosi necessaria e urgente una riforma dell’intera disciplina in materia di “data retention”, tenendo conto delle indicazioni della Corte di Giustizia UE relative al diritto alla privacy nell’ambito del particolare sistema di tutela multilivello. Nel contributo viene svolta una dettagliata analisi in materia di diritto alla privacy, sottolineando come l’art. 189 c.p.p. consenta l’utilizzo di molteplici strumenti investigativi inseriti nell’ampia categoria delle c.d. prove atipiche.


Sommario

1. Premessa. - 2. La tutela della sfera privata nel sistema delle fonti di diritto processuale penale. - 3. La legittimità “condizionata” delle ingerenze nella vita privata. - 4. Vecchi principi e nuovi limiti all’ammissibilità degli strumenti di captazione dei dati personali: la legalità processuale. - 5. Le prassi elusive del criterio di legalità. La captazione dei dati “non comunicativi” di localizzazione tecnologica. - 6. (Segue). La captazione dei dati di natura visiva. - 6.1. (Segue): e quella dei dati digitali. - 7. Il principio di proporzione come limite delle scelte politiche del legislatore. - 8. Vuoti normativi dei criteri di stretta necessità e proporzionalità: l’art. 132 del “codice privacy”. - 9. Il vaglio razionale di proporzionalità come argine agli abusi della prassi. La raccolta arbitraria della electronic evidence.

Percorso di valutazione

Peer reviewed. Certificazione della qualità


L'intero articolo è disponibile per gli abbonati