articolo pubblicato | articolo in abbonamento
Sottoposto a Peer review

L’habeas corpus nell’estradizione (passiva) disciplinata da una convenzione internazionale

Carmelo D. Leotta

Archivio Penale pp. 278-296
DOI 10.12871/978886741544120 | © Pisa University Press 2016
Pubblicato: 20 April 2015


L'intero articolo è disponibile per gli abbonati


Riassunto

L’Autore analizza il caso di Carlos Luis Malatto, cittadino italo-argentino ultrasessantacinquenne, al quale oggi sono contestate dalla magistratura d’oltreoceano gravi violazioni dei diritti umani che avrebbe commesso, tra il 1975 e il 1976, durante la dittatura di Jorge Rafael Videla (1976-1981). Nello specifico il tema oggetto del commento è la richiesta di estradizione all’Italia, sulla base della Convenzione di estradizione italo-argentina del 9 dicembre 1987.


Sommario

1. Il caso Malatto: la richiesta della Repubblica argentina di estradare l’ex-ufficiale del Regimiento de Infantería. - 2. La disciplina sull’estradizione applicabile dal giudice italiano tra fonti interne e fonti internazionali generali e pattizie: un inquadramento. - 3. La prevalenza delle fonti internazionali sulle fonti interne in materia di estradizione. - 4. Il giudizio sugli indizi di colpevolezza dell’estradando alla luce della regola di prevalenza del diritto internazionale: l’indirizzo giurisprudenziale più risalente. - 5. L’interpretazione più recente dell’art. 705, co. 1, c.p.p.: il giudice interno vaglia i gravi indizi in capo all’estradando anche nel caso di estradizione convenzionale. - 6. Conclusioni: il rapporto tra il giudizio sugli indizi di colpevolezza e il principio di doppia incriminazione in materia di estradizione passiva.

Percorso di valutazione

Peer reviewed. Certificazione della qualità


L'intero articolo è disponibile per gli abbonati