articolo pubblicato | open access
Sottoposto a Peer review

Non aspettare più Godot. Il problema dell’applicazione analogica delle scusanti e il nuovo protagonismo delle Sezioni Unite

Stefano Fiore

Archivio Penale
© dell'autore 2021
Ricevuto: 10 May 2021 | Accettato: 17 May 2021 | Pubblicato: 19 May 2021


L’intero articolo è disponibile


Riassunto

Il contributo esamina e commenta una innovativa pronuncia delle Sezioni Unite, con la quale è stata affermata la possibilità di applicare analogicamente ai conviventi more uxorio la esimente prevista dall’art. 384 co. 1 c.p., risolvendo così il contrasto che periodicamente riemergeva sulla questione. Il particolare interesse della sentenza non riguarda tanto l’inquadramento della esimente tra le scusanti, opinione molto diffusa anche in dottrina, quanto il ricorso all’analogia (in bonam partem) per estendere l’ambito applicativo di una scusante a casi da essa non espressamente previsti. Una tale possibilità è generalmente, ma non unanimemente, esclusa dalla dottrina penalistica e il contributo si propone di evidenziare i profili critici della scelta fatta dalle Sezioni Unite. 


Don't wait any longer for Godot.

The problem of the analogical application of excuses and the new leadership of the Joint Sections.


The paper examines an innovative ruling of the Joint Sections of the Court of Cassation, which considered applicable analogically to the unmarried partners the cause of non-punishment provided for by art. 384 co. 1 c.p. The particular interest of the judgment does not concern the classification of art. 384 co. 1 c.p. as excuse - a very widespread opinion - as the use of analogy (in bonam partem) to extend the application of an excuse to cases not expressly provided for by the law. This possibility is generally, but not unanimously, excluded and the paper examines the choice’s critical profiles made by the Supreme Court.


Percorso di valutazione

Peer reviewed. Certificazione della qualità


L’intero articolo è disponibile