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Paese che vai, usanze (mafiose) che trovi Il sigillo finale della Cassazione al processo Aemilia

Alessio Di Nino

Archivio Penale
© dell'autore 2023
Ricevuto: 08 May 2023 | Accettato: 30 June 2023 | Pubblicato: 03 July 2023


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Riassunto

​La criminalità mafiosa si connota per una notevole capacità mimetica e camaleontica, che rende più complessa la sua sussunzione nel paradigma legislativo di cui al c. 3 dell’art. 416 bis c.p. La questione è stata affrontata con una recente pronuncia della Cassazione relativa ad un gruppo ‘ndranghetista attivo in Emilia, caratterizzato da una spiccata (anche se non esclusiva) vocazione affaristico-economica. La conclusione della Suprema Corte appare ineccepibile nella misura in cui, lungi dal cimentarsi in ardite esegesi creative, ribadisce che l’applicazione della fattispecie ex art. 416 bis c.p. è condizionata ad una rigorosa prova dell’esteriorizzazione del metodo mafioso nei territori di nuovo insediamento. Vengono così individuati dagli Ermellini alcuni indici di mafiosità che andrebbero recepiti dal legislatore, in maniera tale da semplificare l’operato della futura giurisprudenza chiamata a decidere sull’applicabilità del delitto di associazione mafiosa a inedite realtà criminali. Lo stretto e quasi simbiotico rapporto della cellula ‘ndraghetista reggiana con il ceto imprenditoriale locale, poi, impone all’interprete una riflessione sulle strategie di contrasto alla c.d. borghesia mafiosa, che spaziano dal controverso concorso esterno in associazione di tipo mafioso fino all’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 c.p. Anche su questo aspetto è intervenuta la sentenza in parola, che ha puntualizzato i criteri per l’individuazione di una condotta partecipativa alla societas sceleris penalmente rilevante.

Mafia crime is characterised by a remarkable mimetic capacity, which makes its subsumption under the legislative paradigm of Article 416 bis of the Italian criminal code more complex. The issue was addressed in a recent ruling by the Italian Supreme Court concerning a ‘ndranghetist group active in Emilia, char- acterised by a marked (though not exclusive) business-economic vocation. The Supreme Court’s conclusion appears to be a copybook decision insofar as, far from engaging in speculation, it reaffirms that the application of Article 416 of the Criminal Code is conditioned by a rigorous proof of the externalisation of the mafia method in the newly established territories. Thus, the Italian judges identified certain mafia- related indexes that should be adopted by the legislator, so as to prepare the way for the future case law called upon to decide on the applicability of the crime of mafia association to new criminal realities. The close and almost symbiotic relationship of the Reggio ‘ndranghetist cell with the local entrepreneurial class, requires the interpreter to reflect on the strategies to fight the so-called mafia bourgeoisie. These could range from the controversial external participation in mafia-type association to the aggravating cir- cumstance under Article 416 bis.1 of the Criminal Code. The judgment in question also intervened on this aspect, clarifying the criteria to be used in order to identify the criminally relevant participatory conduct in the “societas sceleris”.



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