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Pena naturale versus “risarcimento” della sofferenza

Morena Gallo

Archivio Penale
© dell'autore 2025
Ricevuto: 02 April 2025 | Accettato: 20 May 2025 | Pubblicato: 28 May 2025


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Riassunto

​Dopo un succinto e generale inquadramento delle questioni attinenti alla pena naturale, il lavoro si occupa specificamente del risarcimento del danno per la violazione delle legittime condizioni di detenzione ex art. 35 ter dell’Ordinamento penitenziario, arrivando a sostenere che si tratta di un’ipotesi, insieme a quella del presofferto da carcerazione preventiva, di pena naturale “mediata” dallo Stato. L’Autrice, inoltre, trova conferma di tale affermazione attraverso un’indagine comparata, in particolare dalla giurisprudenza e la legislazione di altri Paesi in cui alcune sofferenze illegittime inflitte dallo Stato sono trattate alla stregua della pena naturale, con l’esclusione o la riduzione della pena forense. Le conclusioni dello scritto sono volte a rimarcare che la ratio della pena naturale non è quella meramente “risarcitoria”, la quale, sebbene in taluni casi corrobori la necessità della riduzione o dell’esclusione della pena forense, non è di per sé esaustiva delle ragioni militanti in tal senso, le quali, invece, si poggiano su princìpi superiori (proporzione e legittime finalità della pena) che dovrebbero conferire valore giuridico anche alle ipotesi di pena naturale immediata, ossia quelle immanenti al reato senza mediazione dello Stato.

After a brief and general framing of the issues concerning natural punishment, the work deals specifical- ly with the compensation of damages for the violation of the legitimate conditions of detention pursuant to Art. 35 ter of the Prison Ordinance, going so far as to argue that this is a hypothesis, together with that of pre-trial detention, of natural punishment ‘mediated’ by the State. The author, moreover, finds confirmation of this assertion through a comparative investigation, in particular with the jurisprudence and legislation of other States in which certain illegitimate sufferings inflicted by the State are treated in the same way as natural punishment, with the exclusion or reduction of the forensic penalty. The conclusions of the paper are aimed at emphasising that the ratio of natural punishment is not the merely ‘compensatory’ one, which, although in some cases corroborates the need for the reduction or exclusion of forensic punishment, is not in itself exhaustive of the reasons militating in this sense which, on the other hand, are based on superior principles (proportion and legitimate aims of punishment) that should also confer legal value on the hypotheses of immediate natural punishment, i.e. those immanent to the crime without mediation by the State.


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