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Promesse e rischi della compliance penale digitalizzata

Gaetana Morgante, Gaia Fiorinelli

Archivio Penale
© dell'autore 2022
Ricevuto: 28 June 2022 | Accettato: 06 July 2022 | Pubblicato: 07 July 2022


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Riassunto

La «digitalizzazione del mondo» che contraddistingue l’era contemporanea prospetta (promette, a detta di alcuni; minaccia, a detta di altri) anche per il diritto penale profonde trasformazioni: tra queste, è ora particolarmente vivace il dibattito sulle potenzialità (e i rischi) della c.d. «compliance digitale», ovverosia sul possibile impiego di nuove tecnologie (ad esempio: intelligenza artificiale, blockchain o big data analytics) da parte di società ed enti per la gestione dei propri processi interni ed esterni di “conformità normativa”. Con il presente contributo, le Autrici intendono esplorare, nella prima parte, le “promesse” della digitalizzazione dei compliance programs, utilizzando quale banco di prova il d. lgs. 231/2001, per poi estendere lo sguardo oltre i modelli di prevenzione del rischio-reato. Nella seconda parte, invece, l’analisi si concentra sui rischi connessi alla compliance digitalizzata, quale strumento di predictive policing privato. Le riflessioni conclusive intendono, infine, mettere in luce i diversi piani d’intersezione – a livello di politiche globali ed europee – tra la nozione di «sostenibilità» e le prospettive della transizione digitale della compliance.


Promises and risks of technology-based compliance


The «digitalization of the world» characterizing the contemporary era envisages (promises, according to some; threatens, according to others) significant transformations also for criminal law: among these, there is now a lively debate on the potentials (and risks) of the so-called «digital compliance», i.e. of the possible use of new technologies (for example: artificial intelligence, blockchain or big data analytics) by companies and organizations for the management of their internal and external processes of regulatory compliance. The aim of this paper is thus to explore, in the first part, the ‘promises’ of the digitalization of compliance programs, using as a case study the model of criminal compliance outlined by the Italian decree n. 231/2001, and then extend the research to other models of compliance. In the second part, on the other hand, the analysis focuses on the risks connected with technology-based compliance programs, as tools for private predictive policing. Eventually, the final reflections intend to highlight the different intersection levels - at both a global and European policy level - between the category of ‘sustainability’ and the prospects of such a digital shift in the field of compliance programs. 

 


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