Verso una tenuità “allargata”. L’introduzione della condotta susseguente al reato nell’art. 131 bis c.p. e il nuovo assetto dell’irrilevanza penale del fatto
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Ricevuto: 07 October 2024
| Accettato: 24 October 2024
| Pubblicato: 24 October 2024
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Riassunto
L’inserimento nell’art. 131 bis c.p. della «condotta susseguente al reato» quale criterio di tenuità – e dunque di non punibilità – del fatto rappresenta un’importante innovazione, che sembra andare ben oltre i caratteri propri di un intervento puramente “novellistico”. Se, da un lato, il nuovo criterio è certamente destinato a valorizzare contro-comportamenti virtuosi a carattere lato sensu riparatorio; dall’altro, la sua ampia formulazione sembra consentire all’interprete letture politico-criminali del concetto di tenuità più articolate e, comunque, non limitate al solo bilanciamento ex post dell’offesa arrecata col reato. L’inedito inciso dell’art. 131 bis c.p. rappresenta, insomma, una clausola generale ancora in cerca di una precisa identità concettuale e operativa; e il lavoro si propone per questo di inquadrarne contenuto e modo di interazione con gli altri criteri di esiguità, per poi provare a formulare - nella parte finale - uno schema di possibile valorizzazione del post-fatto non punibile in chiave teleologico-funzionale.
The inclusion of the ‘subsequent conduct to the crime’ in the art. 131 bis c.p. as a criterion of tenuity – and therefore of exemption from punishment- of the fact has represented an important novelty, which seems to go well beyond the specific characteristics of a purely 'novelistic' intervention. If, on one hand, the new criterion is certainly intended to enhance virtuous counter-behaviors with a restorative nature largely intended; on the other hand, its broad formulation seems to allow the interpreter to adopt more articulated political-criminal readings of the concept of tenuity and, in any case, not only limited to the ex-post balancing of the offense caused by the crime. The new addition to the art. 131 bis c.p., in other words, represents a general clause still in search of a precise conceptual and operative identity; for this reason the work aims to frame its content and its way of interaction with the other criteria of tenuity, in order to try to formulate – in the final part – a scheme of possible valorization of the non-punishable subsequent conduct in a teleological-functional key.
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