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Tra frammentati interventi legislativi, condanne provenienti da Strasburgo e pronunce della Corte Costituzionale, il tema della riquantificazione in executivitis della pena dell’ergastolo inflitta a seguito di giudizio abbreviato si è guadagnato, negli anni, un posto di indiscusso rilievo tra le innumerevoli vexatae questiones figlie del sistema processual-penalistico nazionale.
E ciò non solo perché la ultraventennale querelle tra rito alternativo e pena perpetua ha finito per investire, inevitabilmente, quei diritti fondamentali che costituiscono il baricentro assiologico della Carta costituzionale e del paradigma del “giusto” processo, ma anche perché l’atteggiamento di “chiusura” della giurisprudenza italiana nei confronti delle tendenze europeistiche ha imposto, nel tempo...