Pubblicato in: Giurisprudenza di legittimità

Prove - Cass., Sez. V, 7 settembre 2015 (ud. 25 marzo 2015), Sollecito e altro

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Ribaltando la decisione emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze del 29 aprile 2014 (ud. 30 gennaio 2014), che aveva dichiarato gli imputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito “ugualmente responsabili” per l’omicidio della giovane studentessa Meredith Kercher, la quinta Sezione penale della Suprema Corte di cassazione ha segnato l’esito conclusivo della dibattuta vicenda, annullando senza rinvio la sentenza impugnata.


Come si legge in motivazione, visto il quadro probatorio generale caratterizzato da “intrinseca ed irriducibile contraddittorietà”, risultato di discutibili scelte operate dagli inquirenti sul luogo del delitto, la Suprema Corte ha ritenuto inutile optare per un annullamento con rinvio, giacché l’esiguità dei reperti biologici a disposizione non avrebbe potuto comunque garantire l’acquisizione di nuovi e determinanti dati istruttori, sicché il giudice del rinvio non avrebbe potuto pronunciare sentenza di condanna al di là di ogni ragionevole dubbio ma solo di proscioglimento ai sensi dell’art. 530, co. 2, c.p.p.


Per un approfondimento teorico-pratico della vicenda cfr. L'assassinio di Meredith Kercher, Anatomia del processo di Perugia, a cura di M. MONTAGNA, Roma 2012, pp. 443 (con contributi di E. Albertario, S. Astarita, A. Bargi, R. Bruzzone, G. Castellini, D. Chinnici, C. Conti, D. Curtotti, L. De Cataldo Neuburger, F. Donato, P. Felicioni, N. Fusaro, F. Giunchedi, M. Montagna, M. Petrini, C. Santoriello, P. Tonini, G.L. Verrina).