Pubblicate le osservazioni sull'Italia del Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite

Lo Human Rights Committee delle Nazioni Unite, riunitosi a marzo, ha formulato le proprie osservazioni conclusive in merito al VI rapporto sull’applicazione da parte dell’Italia della International Covenant on Civil and Political Rights (ICCPR). Il Comitato, dopo aver sottolineato il ritardo (sei anni) con cui gli è stato sottoposto il rapporto, passa a riassumere aspetti positivi e negativi riscontrati nel nostro Paese. Tra i primi ricorda la ratifica nel 2013 dello Optional Protocol to the Convention against Torture and Other Cruel, Inhuman or Degrading Treatment or Punishment (OPCAT) e la Legge n. 119/2013 per il contrasto alla violenza di genere. Decisamente più numerosi i profili censurati: la mancata istituzione di un organismo nazionale per la promozione dei diritti umani; l’uso eccessivo della forza da parte della polizia, soprattutto nell’ambito della procedure di controllo degli stranieri entrati illegalmente in territorio italiano; la mancata abrogazione del c.d. reato di clandestinità (art. 10 bis del T.U. sull’immigrazione), nonché delle fattispecie di diffamazione (art. 595 c.p.) e bestemmia (art. 724 c.p.); il persistente sovraffollamento carcerario; il regime speciale di cui all’art. 41 bis della Legge n. 354/1975 sull’ordinamento penitenziario ed il suo pressochè automatico rinnovo; la lunghezza dei processi e le carenze del sistema del patrocinio a spese dello Stato; i ricorrenti abusi in materia di intercettazioni telefoniche ad opera delle nostre agenzie di intelligence ed il regime di conservazione dei dati da parte delle compagnie di telecomunicazione.

F.R.

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